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"Accettura", l'antico borgo sito nel cuore della Basilicata

Evelina Giordano
Il Borgo Accettura
Il Borgo Accettura

Accettura è un antico borgo sito nel cuore della regione Basilicata, in provincia di Matera, circondato dai lussureggianti boschi del Parco Regionale Gallipoli Cognato e delle Piccole Dolomiti Lucane. E’ un meraviglioso paesino di montagna che, se pur abitato da solo 2000 anime, è molto conosciuto grazie alle tante tradizioni e ricchezze naturali.

Stemma del borgo di Accettura
Stemma del borgo di Accettura

La denominazione “Accettura”, dal latino di “Acceptura”, potrebbe rimandare al simbolo del paese, due accette dorate, di qui “accepta-aurea”, “Acceptura”, dunque Accettura. Il nome potrebbe derivare anche dal termine “acceptator”, ovvero colui che accetta, come dimostrato dalla vera natura della comunità di Accettura, sempre ospitale ed accogliente. Il primo centro abitativo sarebbe sorto tra il VI e il IV sec. a.C., ma in realtà dell’esistenza del primo centro abitato se ne parla per la prima volta in una Bolla Vescovile del 1060. Sembrerebbe si sia formato inizialmente con l’insediamento di nuclei rurali, in comunità, per lo più da popoli che scappavano dalle invasioni del X secolo.



Sono ancora visibili i resti di una fortificazione in zona Croccia-Cognato, a pianta quadrata attorniata, per l’appunto, da villaggi di contadini. Dopo l’incendio del 1272 che distrusse completamente l’iniziale borgo, il re di Sicilia Carlo d’Angiò, ne dispose la ricostruzione, per poi divenire di proprietà della nobile famiglia Bozzano e, a seguire, di altre diverse dinastie fino alla fine dell’epoca feudale.

Il primo approccio con Accettura non può che passare dal caratteristico centro storico, in particolare da Piazza del Popolo sulla quale si affacciano imponenti ed eleganti palazzi aristocratici appartenuti, tra il 1700 e il 1800, a nobili famiglie.

Il dramma dell'emigrazione
Il dramma dell'emigrazione

La stessa piazza ospita una scultura scolpita in un unico blocco di marmo di Carrara da Giuliano Roma, “Il dramma dell’emigrazione”. Percorrendo alcune strette viuzze si giunge al quartiere Scarrone, la parte più antica e pittoresca del borgo, dove si può ammirare la Chiesa dell’Annunziata, di stile barocco, realizzata su di un edificio preesistente. All'esterno un dipinto dell’Annunciazione del XIX secolo su maiolica, mentre al suo interno vi sono un olio su tela rappresentante l’Annunciazione, che risale al XVII-XVIII sec. e “le tre madonne”, tre diverse stratificazioni emerse a seguito del restauro, che raccontano otto secoli di storia accetturese.


Vicoletto Pozzo
Vicoletto Pozzo

Una vera attrazione del Borgo di Accettura e del Rione Scarrone è il Vicoletto Pozzo, noto per essere stato ufficialmente eletto come “strada più stretta d’Italia”. Infatti, è larga appena 41 cm., per circa 10 mt. di lunghezza.

Chiesa di San Nicola
Chiesa di San Nicola

Nella parte più alta del centro antico si trova la Chiesa Madre di San Nicola del XVI sec. Nonostante abbia subito diverse ristrutturazioni, conserva ancora opere di interesse particolare, tra cui un crocifisso ligneo datato 1492, e la statua lignea di San Giuliano.

Chiesa di Sant'Antonio
Chiesa di Sant'Antonio

Proseguendo si arriva alla Chiesa di Sant’Antonio, una struttura, molto semplice che si compone di un’unica navata. L’interno è impreziosito da numerose opere d’arte tra cui numerosi dipinti e affreschi.

Sembrerebbe che tale chiesa fosse inizialmente annessa al Convento di San Francesco d’Assisi fondato dai Frati Minori Conventuali nel 1585, definitivamente soppresso nel 1809. Il borgo di Accettura rientra, insieme ai comuni di Castelmezzano, Pietrapertosa e Cirigliano, tra le incontaminate bellezze paesaggistiche e tracce di una storia millenaria del Parco Regionale di Gallipoli Cognato e Piccole Dolomiti Lucane. Il Parco ha un’estensione di oltre 27 mila ettari e comprende la foresta di Gallipoli Cognato e il bosco di Montepiano, con una ricchezza di vegetazione varia, nonché di specie animali.

Ed è proprio tra questi boschi che ogni anno vengono prescelti il tronco e la cima, lo “sposo” e la “sposa”, protagonisti del tradizionale “Il Maggio di Accettura”, noto anche come “Matrimoni tra gli alberi”, è uno dei riti arborei più antichi e caratteristici del luogo, che coincidono in primavera con i festeggiamenti in onore del Santo Patrono, San Giuliano.

Classificato dall'UNESCO tra le 47 "Feste più belle del Mediterraneo, tra cortei, musiche, canti, balli popolari, vino e degustazione di prodotti tipici, è un evento molto seguito non solo dai cittadini, ma da tutti gli amanti delle tradizioni, in particolar modo, dei rituali legati alla fertilità della terra, agli alberi e alla vita che si rinnova. Nell’inconfondibile paesaggio del parco si possono ammirare maestose rocce di arenaria, che formano le Piccole Dolomiti Lucane che possono essere vissute con “Il volo dell’angelo”. Sempre all’interno del Parco Reginale si trova la Riserva naturale antropologica Monte Croccia che custodisce preziose testimonianze archeologiche di una civiltà antichissima, tra il VII e IV sec. a.C.

Complesso megalitico "Petra de la Mola"
Complesso megalitico "Petra de la Mola"

Sulla cima del Monte sorgeva l’insediamento fortificato di Croccia-Cognato, formato da massicci blocchi di pietra squadrata che formavano una grande cinta muraria, un complesso megalitico conosciuto come Petra de la Mola. Si tratta di un gruppo di massi naturali sagomati dall’uomo per segnalare il mezzogiorno, i solstizi e gli equinozi. Una sorta di antico calendario preistorico, ancora oggi estremamente affascinante.


Il Borgo di Accettura per tenere vivi gli antichi e tradizionali “riti arborei”, nel 2005 ha inaugurato all'interno del Parco naturale di Gallipoli Cognato - Piccole Dolomiti Lucane il “Museo dei culti arborei”, dove sono custoditi tutti i documenti relativi ad alcuni dei “matrimoni tra gli alberi” riti diffusi in tutto il territorio della Lucania e Basilicata. All’interno del museo è possibile apprezzare una mostra di quadri, collezioni fotografiche e video delle feste del “Maggio”, oltre a utensili della civiltà contadina, collezioni ereditate dal professore e ricercatore Giovanni Battista Bronzini e dell'antropologo Ferdinando Mirizzi. Tra i musei etno-antropologici il museo di Accettura è unico nel suo genere, possiede anche una biblioteca fornita di testi e video sui culti arborei in Italia e in Europa.

Riti arborei
Riti arborei

Infatti, la festa primaverile, di nozze arboree, si riconduce al rito primitivo del Nord Europa, probabilmente di origine longobarda. Diffondendosi in Italia, e in particolare in Basilicata, si è arricchita di ulteriori significati, integrandosi con la festa in onore di San Giuliano, divenuto Santo Protettore di Accettura nel 1725. E ‘possibile visitare il parco e passarvi giornate immersi nella meravigliosa natura.

Non manca il divertimento per tutte le età, mettendosi alla prova con itinerari acrobatici sospesi tra gli alberi e tiro con l’arco. Non mancano aree picnic dove organizzare grigliate all’aperto.

La tradizione gastronomica di Accettura è fortemente legata all’antica anima contadina.

Piatti appetitosi con pasta fatta a mano, carne alla brace, salumi e formaggi.

Da assaggiare sicuramente è la "rafanata", un tortino cotto al forno, o fritto in padella, a base di radice di rafano, uova, salame stagionato e formaggio. Si racconta sia stato introdotto nella gastronomia lucana dall'imperatore Federico II, che lo fece giungere dal nord Europa, utilizzato anche per spolverare i classici maccheroni al ferretto con sugo di pomodoro.

Cruschi (peperoni essiccati
Cruschi (peperoni essiccati

Tra gli ortaggi godono del posto d'onore i peperoni, in particolare quelli cruschi (essiccati), utilizzati come ingrediente speciale di molte ricette, o consumati da soli. Il Borgo di Accettura ama trasmettere alle future generazioni l’importanza della tutela del patrimonio naturalistico presente e il valore delle affascinanti tradizioni. Tutti i potenziali target turistici, per quanto ricchi ed articolati, rispettano i territori, la sostenibilità e la conservazione della biodiversità. Luoghi unici ed incontaminati assolutamente da preservare.


Evelina Giordano

Giornalista/Pubblicista

Blog “Ovunque Puglia”


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