#Puglia, terra del sole cocente, di mare e acque cristalline, del cibo genuino, di ulivi secolari, ma pochi sanno che la Puglia è anche campagne, colline coperte di vigneti, e terra di vendemmia. Cultura e tradizione che, opportunamente miscelate, apportano ricchezza all’economia con la produzione dell’ottimo “vino pugliese”.
Nel periodo che va da fine agosto a novembre, nelle campagne pugliesi si vive un momento di festa, e si chiama #vendemmia. Il rito della vendemmia segna il passaggio tra la calda estate e l’autunno, con i suoi dolci ritmi che scandiscono le giornate nelle affascinanti campagne.
I filari attendono, l’uva ha raggiunto la sua maturazione per essere raccolta e si respira grande fermento nell’organizzazione del lavoro. I prelibati grappoli vengono accuratamente tagliati dai vigneti, con forbici o coltelli, a cui segue l’attenta selezione, la pigiatura e, successivamente, la fermentazione.
Il rito della vendemmia ha radici ancestrali lontanissime nel tempo, e si è tramandato di generazione in generazione attraverso metodi di lavoro agricolo e tradizioni contadine. Fin dall’antichità la vendemmia è stata celebrata con dei banchetti e nell’antica Roma, per l'occasione, si facevano addirittura delle feste in onore del dio #Bacco. Un vero rito nell’ambito di tradizioni che identificano la terra, riconoscibile dai sapori e dagli odori unici. La vendemmia è un momento importantissimo per i produttori che, dopo un anno di duro lavoro nelle vigne, possono finalmente raccogliere il frutto delle loro fatiche. Infatti, i mesi che precedono la vendemmia, racchiudono la dedizione e la passione contadina, oltre al lavoro di braccia forti che amano la terra e che la curano, e sanno aspettare con pazienza il raccolto. Fatiche non sempre giustamente ripagate a causa di una improvvisa grandinata, di inverni troppo rigidi o del perdurare della siccità.
Uomini e donne, indistintamente, si prodigavano per tirare su i vigneti, per poi riunirsi a tempo debito, con parenti e amici per la raccolta. Infatti, già dai tempi antichissimi la vendemmia rappresentava l’occasione per condividere il risultato di fatiche con un finale banchetto rituale vissuto in semplicità e allegria.
Un momento di condivisione sociale del territorio, e del suo prodotto, molto forte e di grande valore storico. Ogni famiglia si avviava in campagna alle prime luci dell’alba, e i lavori proseguivano fino ad ora di pranzo.
Dopo la raccolta, seguiva il rito della pigiatura, eseguita di solito dai più giovani e dai bambini a piedi nudi, scandita dagli strumenti e dai suoni della musica della tradizione popolare pugliese. In un secondo momento l’uva veniva trasportata, caricati su carretti trainati da muli, in grandi secchi in cantina per la lavorazione e la produzione del vino.
Per non danneggiare i tralci e i filari, l’uva veniva raccolta manualmente, grappolo per grappolo, anche per assicurare la scelta migliore e di quelli che hanno raggiunto la giusta maturazione. Oggi, sia il raccolto che l’operazione di pigiatura dell’uva è ormai affidata alle macchine, spesso per mancanza di mano d’opera ma, soprattutto, quando il raccolto è abbondante poichè risulta sicuramente un metodo più veloce. Alcune famiglie contadine però continuano a praticare la vendemmia tradizionale come una volta, mantenendo vive le tradizioni sui propri piccoli vigneti. Il rituale della “vendemmia” è una esperienza unica che dovremmo vivere tutti, non solo i turisti. Non ha prezzo poter entrare pienamente in contatto con la natura che ci circonda per riscoprire sapori, profumi e abitudini ormai dimenticate. Sono tante le #cantine e #masseriepugliesi che, nel rispetto delle tradizioni e della salvaguardia dell'ambiente, offrono a grandi e bambini l’opportunità di vivere una giornata da “viticoltore”. Un tuffo nel passato tra i valori e i ritmi del lavoro e della cultura contadina, riportata ai giorni d’oggi e protagonista di questo momento speciale che lega in modo straordinario alla terra e alle origini.
Al termine dei lavori segue il pranzo conviviale e la degustazione dei piatti della cucina contadina, accompagnato dai vini di produzione. Un banchetto ristoratore per recuperare le energie dopo le fatiche della mattinata e godere il meritato riposo al fresco dell’aia della masseria o degli alberi. Un’esperienza di vita a contatto con la terra, che lascia un ricordo indelebile per tutta la vita. La viticoltura in Puglia risale al periodo precedente ai Fenici, prima del 2000 a.C. e continuò ad espandersi con i Greci, fino al periodo dell’Impero Romano. Dopo seguì un periodo di calo, e un successivo arresto, causato da un parassita che riguardò la sorte un po' di tutta l’Europa.
A partire dal XIX secolo la produzione vitivinicola pugliese crebbe ulteriormente con vini eccellenti esportati in Italia e in tutto il mondo. Oltre alle 4 Denominazioni di Origine Controllata e Garantita (DOCG), la Puglia include 28 Denominazioni di Origine Controllata (DOC), il più alto numero di DOC in Italia dopo la Toscana.
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