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Evelina Giordano

L'Abbazia di Cerrate


Puglia terra di mare, di colline e pianure sconfinate e lussureggianti. Ogni angolo racconta la sua storia millenaria: le città, i monumenti storici, i caratteristici borghi, i trulli, le masserie e i luoghi spirituali dove vivono, da secoli intatte, le tradizioni religiose.

Immersa nel caratteristico paesaggio salentino, tra uliveti, alberi da frutto e aree coltivate, di cui si rimane incantati per ore, s’incontra l'Abbazia di “Santa Maria di Cerrate”. E’ un tipico esempio di “romanico otrantino”, situata sulla provinciale che collega i borghi di Squinzano e Trepuzzi a Casalabate, ed appare come scolpita nella bianca pietra leccese, avvolta da un alone di pace e spiritualità.

La storia della sua origine si perde nella notte dei tempi. La leggenda racconta che risalirebbe all’epoca di re Tancredi d’Altavilla, conte della città di Lecce nel 1149, figlio naturale del normanno re Ruggero. Il giovane re, durante una battuta di caccia nella campagna salentina, inseguendo una piccola cerbiatta rifugiatasi in una grotta per sfuggire ai suoi aguzzini, si sarebbe trovato di fronte all’immagine della Madonna.


Per questo motivo decise di far costruire in quel luogo un’Abbazia a "Lei" dedicata, offrendo alloggio ai monaci basiliani che, oltre allo svolgimento delle attività legate alla vita monastica, si sarebbero dovuti occupare anche della manutenzione della struttura.








Con maggiore certezza, anche cronologica, la storia sembrerebbe invece attribuire la costruzione alla volontà di Boemondo d’Altavilla (1058-1111), figlio del valoroso Roberto il Guiscardo, primo normanno elevato al titolo di Duca di Puglia, Calabria e Sicilia. Sta di fatto che l’abbazia fu abitata stabilmente dai monaci basiliani, a partire dalla metà del XII sec., dove si sarebbero riparati per sfuggire alle persecuzioni iconoclaste di Bisanzio. Questi ultimi offrirono un doppio volto all’abbazia, ovvero luogo di culto e vivace anima di masseria. Svolsero, infatti, attività di biblioteca (lettura e studio) oltre che di scriptorium (copiatura amanuense), e di notevole produzione agricola. Nei successivi secoli, l’Abbazia venne ampliata fino a divenire un importante centro monastico della Puglia e dell’Italia meridionale.

Verso il 1500 la struttura monastica venne rilevata dall’Ospedale degli Incurabili di Napoli a cui, oltre la Chiesa, vennero annessi altri ambienti, tra cui stalle, alloggi per i contadini, un pozzo, un mulino e due frantoi sotterranei. Agli inizi del 1711 fu devastata da pirati turchi e rimase in completo abbandono fino al 1965 quando l’Amministrazione provinciale di Lecce decise di provvedere a lavori di recupero delle parti in buone condizioni del complesso religioso, e quindi al restauro e alla costruzione del campanile a vela seicentesco, ormai crollato.

Dal 2012, questo esempio di architettura romanica-pugliese è stato affidato alla gestione e cura del #FAI. Riportato al suo vecchio splendore, merita di essere visitato, insieme agli affascinanti ipogei nelle grotte sotterranee ove si svolgeva la vita, e i frantoi luoghi di spremitura delle olive. Religiosità e vita contadina testimoniate anche dal “museo delle tradizioni popolari”, custode di antichi e tradizionali strumenti di lavoro.

E non finisce qui, poiché Cerrate è anche un luogo magico in grado di regalare una esperienza unica ed emozionante. Come acclarato da esperti, vi è la presenza di un “vuoto elettromagnetico”, che fa fermare gli orologi. La zona interessata è quella sul fianco sinistro della chiesa, dove si trova un porticato eretto su ventiquattro colonne con capitelli raffiguranti figure mitologiche.

Un punto strategico della civiltà preistorica, dove in qualche modo avvenivano manifestazioni soprannaturali.





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