Nel periodo estivo, o nei giorni destinate alle vacanze, possiamo cogliere l’opportunità di scoprire nuovi siti della Puglia, dei veri e propri paradisi naturali viaggiando tra la storia, le bellezze e le tradizioni di luoghi fantastici, che regalano ai viaggiatori paesaggi variegati e spettacolari.
Una delle aree naturali protette della Puglia, sulla costa ionica vicino la cittadina di Nardò, in provincia di Lecce, è la Palude del Capitano, sito di “importanza comunitaria”, inserito dal 2007 dal Fondo Ambiente Italiano tra i "100 luoghi di interesse da preservare”. Facente parte del Parco naturale regionale di Porto Selvaggio, la Palude del Capitano è un luogo di indiscusso fascino dal punto di vista paesaggistico, oltre a costituire un habitat unico per le numerose specie faunistiche, tra cui i numerosi uccelli che la popolano. La zona è caratterizzata da una ricca e varia vegetazione, tipica della macchia mediterranea, ed è molto suggestiva per la presenza di numerose “doline di crollo” ricolme di acqua salmastra, le cosiddette "spannulate", dettate dalla vicinanza, e quindi all’unione, delle cavità carsiche ipogee all’acqua di mare, e popolate da alcune specie di pipistrelli di piccola taglia.
Il più ampio di questi laghetti o “doline”, porta il nome di "Lago del Capitano". L’area intermedia tra il mare e la macchia è una vera palude che quando la marea sale, o la pioggia scende, diventa impraticabile.
Accanto al lago c’è una piccola casetta, oggi restaurata, non di grande pregio, ma che nasconde un piccolo mistero. Una leggenda, infatti, racconta che sia stata costruita da un vecchio marinaio che, stanco del suo girovagare per il mondo, scelse di vivere proprio in questo posto di tranquillità e quiete. La palude resta separata dal mare per via di una scogliera bassa, che si estende per qualche km e si ferma all’altezza di una baia sabbiosa che fa capo al comune di Nardò. Di altrettanto “interesse comunitario” sono due antiche torri di avvistamento, l'Inserraglio e l’Uluzzu, poste nell’area del parco di Porto Selvaggio. Nei pressi della torre Uluzzu si trova l’omonima baia di notevole rilevanza archeologica e la suggestiva Grotta del Cavallo, una grotta naturale costiera calcarea il cui nome deriva da numerosi ritrovamenti di resti di asinidi. L’entrata è di forma arrotondata, 5 metri di larghezza per 2,5 metri di altezza, orientata verso il mare ed è nota per il ritrovamento di diversi resti di antiche civiltà, risalenti addirittura al paleolitico, e oltre. Le numerose indagini in tutta questa zona hanno, inoltre, hanno portato alla luce anche una villa romana e un tesoretto di monete d’argento.
Nella Palude del Capitano sono vietate immersioni, la pesca e altre attività che potrebbero arrecare danno al sito e alterare gli ecosistemi. La si può solo attraversare, ma in periodi di bassa marea e seguendo le piste sterrate o un percorso che parte dal parcheggio della “Frascone”, una piccola ma suggestiva spiaggetta, di qualche metro di arenile, in cui è possibile approfittare per fare un bagno e distendersi al sole.
La palude è consigliabile sempre visitarla di mattina per ammirare la presenza di orchidee selvagge e godere di tutto quanto la natura offre in questo luogo. E’ sicuramente lo scenario ideale per ritrovare la pace e godere della natura che regna sovrana, e per alleggerire lo spirito e il corpo dalla fatica della vita frenetica.