La Puglia custodisce una varietà non comune di ambienti, capaci di trasformare il paesaggio in un palcoscenico mozzafiato che, con la bella stagione, risveglia la voglia di viaggiare e di immergersi nella natura che rinasce. In Puglia, in provincia di Foggia, esiste un territorio montuoso, il Gargano, soprannominato lo “sperone d'Italia”, in parte bagnato dal mare Adriatico.
Comprende un’area altamente naturale che è l’incantevole Foresta Umbra, dove “umbra” sta per “ombrosa”, il polmone verde del Parco Nazionale del Gargano che, nonostante la deforestazione degli ultimi tre secoli, ha conservato la sua maestosità. Già Riserva Naturale statale dal 1977, dal 2018 dalla Commissione Unesco è stata decretata Patrimonio dell’Umanità. La foresta è millenaria e nei secoli ha conservato, quasi integralmente, il suo manto vegetativo.
Offre panorami esclusivi, oltre alla grande varietà di flora e fauna che popolano tutto il territorio. Un'enorme varietà di alberi, un bosco fittissimo composto da imponenti faggi, che raggiungono fino a 30 mt., lecci, aceri, olmi, pini, abeti e castagni. Non dimentichiamo che la grande varietà naturale del Gargano, e la particolare biodiversità del promontorio, è legata alla sua genesi, in quanto un tempo era un'isola staccata dalla terraferma che solo in seguito si sarebbe congiunta alla costa pugliese.
E’ definito anche il “parco delle orchidee” poiché, all’interno dell’immensa famiglia del regno vegetale, crescono all’incirca una ottantina di specie di orchidee selvatiche dai meravigliosi e accattivanti colori.
La natura per la specie "Ophrys", di cui fanno parte le orchidee, ha messo in atto uno strano meccanismo selettivo di riproduzione. Privi di nettare ma dall’aspetto appariscente, si fingono femmine e con il loro intenso profumo fanno da richiamo agli insetti impollinatori che durante i ripetuti movimenti, nel tentativo di accoppiarsi, non fanno altro che caricarsi di polline che depositeranno su altri fiori. L’orchidea definita “la sentinella dei boschi”, e dal punto di vista ecologico la loro presenza indica le buone di un bosco o di una foresta.
Il luogo eletto più ricco di varietà del Gargano è la zona del Monte Sacro, la vetta più alta del Gargano che si eleva per 874 mt. sul livello del mare. E’ meta prediletta per l'osservazione delle orchidee selvatiche la cui fioritura si concentra soprattutto nel mese di Maggio. In realtà, il sentiero per raggiungere Monte Sacro è uno tra i più affascinanti del Gargano, lungo il quale è possibile visitare i resti dell’Abbazia di Monte Sacro, antico tempio pagano dedicato a Giove riconvertito al culto cattolico oltre 1500 anni fa, motivo per cui per secoli, fin dall’antichità, è stata meta pellegrinaggio.
Nel cuore del comprensorio della Foresta Umbra si trova il Museo Naturalistico diviso in tre interessanti sezioni che comprendono la collezione naturalistica con esemplari di animali ritrovati morti all’interno della foresta, la collezione archeologica con reperti del passato e il grande plastico in scala del promontorio del Gargano. Il museo è anche un importante crocevia per chiunque voglia raccogliere informazioni o noleggiare mountain bike per attraversare i 15 sentieri naturalistici.
Uno dei sentieri conduce al piccolo laghetto d’Umbra, un bacino di particolare bellezza, circondato da una splendida cornice vegetativa il cui gioco di luci e ombre cattura letteralmente il visitatore. La natura carsica del sottosuolo, in realtà, non permette il formarsi di laghi naturali di grosse dimensioni, ma solo laghetti semiartificiali in cui lo stato argilloso ed impermeabile ha favorito la raccolta di acque, contenute dalla presenza perimetrale di muretti a secco, e utilizzate per abbeverare gli animali.
Il percorso più grande del Gargano è quello che vede sulla destra il canyon, attraversato dal Torrente Romandato un corso d’acqua lungo 15 Km, oggi totalmente prosciugato che, con la sua forza erosiva, nel corso dei millenni, ha creato uno spettacolare “Canyon” dalle pareti di selce rocciosa, dura e colorata. Non facile da percorrere, ma molto suggestivo tra pareti rocciose, alte anche dieci metri, e con tante piccole sorgenti. Il canyon del Gargano si è creato a seguito di un evento sismico e poi plasmato dalla forza dell’acqua. Ad un certo punto del percorso il passaggio si restringe dove spazio per una sola persona, chiamato acqua di confine, perchè segna il limite tra Ischitella e Vico del Gargano.
Gran parte dell’area della Foresta Umbra ricade proprio nel comune di Vico, inserito nell’elenco dei “Borghi più belli d’Italia”. Un piccolo centro dalle sembianze di un presepe vivente, dove dominano verde, aria pura e tanta serenità. La presenza dell'uomo nel territorio di Vico risale ad epoche remote, anche se le sue origini risalirebbero al dominio dei normanni o, come racconta la storia, ad opera di slavi venuti dalle coste orientali dell'Adriatico nel 970, in veste di liberatori dalle furie saracene. Il centro storico è un labirinto di vicoli stretti, in un continuo saliscendi che collegano stradine e piazzette.
Tra i monumenti storici spicca il Castello normanno, attorniato da cinta muraria che, nei secoli, ha visto alternarsi diverse dinastie. La fortezza venne ampliata in epoca sveva da Federico II, che ne fece un territorio di caccia favorendone la rinascita.
Vico è definito “il borgo dell’amore” e il santo patrono è proprio San Valentino celebrato il 14 febbraio.
Non si può dire che Vico sia un luogo spirituale per via delle numerose chiese.
Si consiglia una visita presso la Chiesa Matrice, il luogo di culo più antico di Vico dedicato alla Beatissima Vergine Assunta, con all’interno undici altari barocchi.
Non da meno sono la Chiesa di San Giuseppe dove è esposta la statua lignea del Cristo Morto e la Chiesa del Purgatorio, ricca di marmi colorati, con un prezioso altare e alcuni dipinti celestiali.
La sede dell’antica Accademia degli “Eccitati Viciensi” è ospitata nella Chiesa di S. Maria del Suffragio, una sorta di congrega dove un tempo gli aderenti discutevano di questioni sociali ed economiche.
Molto interessante è l’antichissimo frantoio, il “Trappeto Maratea”, risalente al XIV sec.,
attualmente sede del “museo etnografico” che espone attrezzi da lavoro di antica vocazione contadina, oltre ad una immensa collezione di utensili.
Il territorio di Vico comprende la piccola frazione balneare di San Menaio, tra Rodi Garganico e Peschici. Nonostante le sue piccole dimensioni è una zona turistica molto frequentata, caratterizzata da ampie spiagge dorate, da numerosi aranceti e da pinete di Pino d’Aleppo.
Lungo la costa, sono da ammirare le imponenti Torre dei Preposti o dei Doganieri situata presso San Menaio e Torre di Monte Pucci, torri di avvistamento costruite per controllare le incursioni dei saraceni.
In prossimità di Torre di Monte Pucci sono situati tre trabucchi da pesca, quegli antichissimi strumenti da pesca molto diffusi sulle coste garganiche, tutelati dal Parco Nazionale del Gargano, e recentemente candidati dalla Regione Puglia fra i beni immateriali Unesco.
Se vi recate a Vico del Gargano, non dimenticate di assaggiare la “paposcia”, oggi Presidio Slow Food, che troverete in tutte le pizzerie, i panifici o supermercati del territorio.
Evelina Giordano
Giornalista/Pubblicista
Blog “Ovunque Puglia”