top of page
Evelina Giordano

"Maratea", Perla del Tirreno, nota anche come Città delle 44 Chiese


Una tra le più belle gemme custodita dalla Basilicata è Maratea, una cittadina in provincia di Potenza, distesa sulle colline che affacciano sull’insenatura del Golfo di Policastro.

Dall’alto dei suoi 300 metri di altitudine, è conosciuta come la “Perla del Tirreno”, località balneare fatta di mare cristallino e di una ventina di spiagge di sabbia finissima che si alternano ad aspre scogliere rocciose. Maratea è il maggiore centro di attrazione di turisti stranieri in Basilicata ed è frequentata tutto l’anno. Anche chi ha già avuto l’occasione di visitarla ritorna per godere anche dei suoi bellissimi boschi e del fascino che esprime il suo centro storico, ricco di arte sacra. I primi insediamenti abitativi risalgono quasi certamente nel lontano Paleolitico, ma la storia di Maratea ha inizio tra il VII e il VIII sec. d.C. quando, sulla cima del monte San Biagio si stabilirono piccole comunità di monaci basiliani che, data la particolare posizione strategica fortificata, erano al riparo dalle diverse incursioni saracene.

Nell’età più moderna il nuovo borgo di Maratea nacque sul versante del monte San Biagio che dà sul mare, in una posizione più comoda per l’economia, basata in particolar modo sul commercio marittimo.

Oggi è certamente un gioiello di rara bellezza, una cittadina sofisticata e ricca di luoghi paradisiaci da non perdere. I turisti e i visitatori amano passeggiare tra i vicoli del centro storico e ammirare la bellezza delle stradine ricche di case dai tetti rossi e balconi fioriti, eleganti alberghi, palazzi settecenteschi, archi e piazzette suggestive.

Maratea è nota anche come la Città delle 44 Chiese, ma ciò che più la rende attrattiva è l’enorme statua marmorea del Cristo Redentore che dall’alto del monte San Biagio domina la città. Venne realizzata a fine anni 60, con un particolare impasto di cemento misto a scaglie di marmo dall’artista fiorentino Bruno Innocenti e da allora, coi suoi 22 metri di altezza e la sua apertura di braccia di 19, rappresenta il simbolo di fede della cittadina.

E’ la seconda al mondo per dimensioni dopo il Cristo di Rio de Janeiro di 30 mt. Meritano una visita la Basilica di San Biagio e la Chiesa di Santa Maria Maggiore. La Basilica di San Biagio pare sia stata costruita dai monaci basiliani, tra il VI e il VII sec., sui resti di un tempio pagano dedicato alla Dea Minerva. All’interno, oltre a custodire una serie di opere d’arte e bassorilievi in marmo, dal 732 d.C. conserva le spoglie di San Biagio martire, Patrono della città di Maratea. Il Santo viene celebrato la seconda domenica di maggio con un cerimoniale mai modificato nei secoli, della durata di oltre una settimana. La Chiesa di Santa Maria Maggiore è la chiesa Madre, e anche la più imponente. Venne edificata tra il XIII e XIV sec, in seguito più volte rimaneggiata.

L’interno, di stile barocco, custodisce un coro ligneo considerato tra i più belli della regione, alcune statue lignee e vari dipinti in olio. Il 13 luglio 1758 veniva eretta la colonna di S. Biagio, il più antico monumento civile di Maratea che si trova lungo la strada principale del borgo, di fronte all’ingresso della Chiesa dell’Annunziata.

Quest’ultima presenta un campanile, una cupola decorata da maioliche verdi e gialle e il portale d’ingresso con due leoni in pietra di epoca medioevale.

La statua di S. Biagio posta sulla colonna a figura intera, è certamente opera di una bottega napoletana, anche se l’autore è ignoto. Quando si giunge a Maratea, uno dei primi posti da visitare è sicuramente il Porto Turistico, dallo scenario suggestivo di particolare bellezza che può contenere circa 600 imbarcazioni. In passato era un piccolo centro marinaro diventato dagli anni ’60 in poi un punto di ristoro per i viaggiatori del Mediterraneo. Dal Porto si può raggiungere e ammirare la Chiesa della Madonna del Porto Salvo, la Cappella della Madonna del Carmine e la Torre di Filocaio, o Torre del Porto, che è una delle più antiche torri costiere, oggi divenuta un’abitazione privata. Nel Porto di Maratea si tengono molte delle manifestazioni culturali e degli spettacoli e, durante l’estate, è uno dei siti più animati di turisti e villeggianti.


Peraltro, è ricco di ristorantini dove gustare dell’ottimo pesce, bar e localini dove sorseggiare aperitivi serali e ovviamente botteghe dove poter acquistare piccoli souvenirs. Gli amanti del mare hanno l’imbarazzo della scelta tra le più belle spiagge. Un delle spiagge più grandi e belle della zona è Spiaggia di Fiumicello, con un mare cristallino e circondata di verde, con una vista incantevole sul Promontorio di Ogliastro.

Uno dei simboli di Maratea è la Spiaggia Nera, molto frequentata per visitare la Grotta della Sciabella caratterizzata da una piccola lingua di sabbia al suo interno e dal soffitto bucato. Secondo una leggenda il suo nome deriverebbe da una donna del posto che utilizzava la cava per incontrarsi con i suoi amanti. Il marito, venuto a conoscenza dei tradimenti della moglie infedele, decise di farla precipitare dal buco del soffitto.




Dalla spiaggia della Secca è possibile ammirare il Palazzo Baronale e la sua cappella sconsacrata, ove recarsi durante una pausa dal mare.

Dalla sabbia fine e il mare azzurro è la spettacolare Spiaggia di Policoro, luogo in cui si riproducono le tartarughe caretta caretta. Raggiungibile solo via mare è la spiaggia di D'I Vranne, e per questo meno visitata. È un piccolo paradiso naturale circondato da una ripida scogliera e vicinissima ad un’altra perla nascosta di Maratea, la grotta di San Giorgio. La Grotta delle Meraviglie, conosciuta anche come la Grotta di Marina di Maratea è composta da una grande sala di 70 metri di lunghezza per 20 metri di lunghezza. È visitabile nei periodi estivi grazie alla presenza di guide specializzate che accompagnano i visitatori durante l’escursione di circa 30 minuti. Maratea prende i turisti anche per la gola! Ogni stagione è buona per assaggiare la ciaudedda, uno stufato di verdure da consumare caldo o freddo, accompagnato da pane arrostito. Lo stesso pane è ottimo per gustare il formaggio canestrato lucano col suo sapore unico dato dall’unione di latte di capra con il latte ovino. Per i più golosi si consiglia di assaggiare i tipici bocconotti lucani, ripieni di crema di castagne.




Evelina Giordano

Giornalista/Pubblicista

Blog “Ovunque Puglia e Basilicata”


57 visualizzazioni0 commenti
bottom of page