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Evelina Giordano

NOVOLI e il rito della "Focàra", nel mese di gennaio.


La Puglia, terra dal sapore antico, custodisce usanze legate alla natura, alla cultura contadina, ai riti e alla devozione religiosa che si replicano nelle sagre e nelle rievocazioni storiche. Un viaggio in Salento non può prescindere da appuntamenti, come la sacra e secolare notte della “Focàra” di Novoli, piccola cittadina sita nella Valle Cupa, a pochissimi km da Lecce. Secondo alcuni studi storici l’origine del nome, “Novoli”, deriverebbe dal latino “Novulum”, o campo a riposo. Intorno al XVI secolo, venne modificato in “Novole”, e solo verso la metà del ‘700 divenne l’attuale Novoli. Si presuppone che il paese risalga ad età neolitica in virtù dei rinvenimenti di ossa fossili nelle grotte di Cardamone e in Contrada Pietragrossa, dove non passa inosservata la presenza di un menhir dell’età del bronzo. Di età magno-greche sono invece due tombe trovate presso Villa Portaccio, a Novoli nel 1935, dotate di un corredo funerario, attualmente conservato presso il Museo Nazionale di Taranto. L’età feudale ebbe inizio con i Normanni e i Conti Mattei di Palmariggi, a cui seguirono i Castriota Scanderbeg che governarono il paese ininterrottamente fino al 1806, data di decadenza della feudalità. Il borgo antico di Novoli è un concentrato di edifici religiosi e civili, di particolare interesse architettonico e storico.

Impossibile non dedicare una visita alle Chiese di “Sant’Andrea Apostolo”, di “Sant’Antonio Abate” protettore di Novoli, dei “Padri Passionisti” a cui è annesso un Convento di Frati e “Santa Maria del Pane” così chiamata da quando nel 1707 il paese fu colpito da una grave epidemia e, a salvataggio degli ammalati a nome della Vergine Maria, si somministrava del pane benedetto che miracolosamente ridusse le vittime. Nella Chiesa dell’Immacolata sono custoditi degli affreschi di particolare bellezza, di cui uno di epoca bizantina scoperto nel 1865, che rappresenta la Madonna in trono col Bambino, divenuto poi stemma cittadino. Da ammirare anche lo straordinario altare di pietra, scolpito intorno al ‘700 dall’artista leccese Giuseppe Cino.

Di epoca cinquecentesca è il Castello o Palazzo Baronale a pianta quadrilatera, che nei secoli è stato sottoposto a diversi rifacimenti e modifiche, divenendo anche sede di una ricca biblioteca. Di particolare bellezza è la sala in cui sono esposti gli stemmi delle famiglie che nel corso dei secoli hanno vissuto nel castello. In Piazza Regina Margherita, a ridosso del Palazzo baronale, si può ammirare il Teatro Comunale di Novoli dall’eleganza raffinata, inaugurato nel 1891 e oggi gestito dal Comune e sottoposto a vincolo di preziosa struttura. La realizzazione del teatro rinvigorì il senso della cultura cittadina dell’epoca, con l’alternarsi di tante compagnie, che non ricorda interruzioni significative. Sono diversi gli eventi culturali che si tengono nella vivace cittadina di Novoli, momenti di musica live, arte e sport gestiti nell’arco dell’anno dalla Proloco Novoli e Associazioni varie.

Tra le tradizioni religiose, una su tutte è l’antica venerazione dei Novolesi per il "Santo del fuoco", Sant’Antonio Abate, celebrata in occasione della Festa della vite che si presuppone risalga ad epoche bizantine, circa l’anno mille.

Il fuoco, simbolo di Novoli e della purificazione, brucia durante la fredda notte d’inverno, tra il 16 e il 17 gennaio, a volte per tutto il giorno seguente, spargendo nell’aria grandi quantità di cenere. La manifestazione si apre con uno spettacolo di fiaccole, musica e fuochi pirotecnici che illuminano a giorno il cielo novolese, per poi dare fiamma al grande falò.

Una gigantesca piramide alta tra i 18 e i 20 mt. e formata da circa 25mila fascine realizzate con scarti di tralci di vite, legate con filo di ferro, accuratamente accatastate con tecniche tramandate di generazione in generazione. Per la realizzazione della piramide vengono impiegate almeno cento persone in grado di resistere per ore in piedi sui pioli delle lunghe scale, l’uno dopo l’altro a passarsi le fascine da sistemare. L’accensione del sacro falò non è solo un evento religioso, ma culturale e mediatico, una rappresentazione che di anno in anno richiama migliaia di pellegrini da ogni parte d’Italia e che, per la sua singolarità, inizia a destare curiosità ed attrarre visitatori anche dalle altre parti del mondo. Un mix di magia e tradizioni sacre attorno ad un fuoco immenso che ha una forte matrice religiosa e che, nel contempo, consente di approfondire la conoscenza di Novoli dal punto di vista turistico.

Luogo dove gustare l’ottima cucina e, tra le prime risorse economiche del paese, il vino prodotto dai pregiati vitigni a bacca rossa, come il Negroamaro. Recentemente l’evento della Focàra è stato inserito dalla Regione Puglia tra i beni della cultura immateriale, e attende il riconoscimento dell’Unesco quale Patrimonio dell’umanità, da valorizzare e tutelare.

Sant’Antonio Abate, Santo Patrono di Novoli, è anche protettore degli animali domestici che, solitamente, vengono benedetti durante le celebrazioni nel piazzale antistante la Chiesa Matrice “Santa Maria Nova”.

Evelina Giordano Giornalista/Pubblicista n.13138/ 2009 cell. 328 6155042 Blog “Ovunque Puglia”www.ovunquepuglia.com



Articolo pubblicato da "Ovunque Puglia", di Evelina Giordano, su il Quotidiano “L’Edicola del Sud” – di Puglia e Basilicata, in data 23 gennaio 2023, nella sezione LA PUGLIA TUTTA PER TE.






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